Descrizione
La costruzione della Villa Medicea di Cerreto Guidi è stata fortemente voluta da Cosimo I de’ Medici (prima Duca e poi Granduca di Toscana). Fin dalla prima metà del Cinquecento, Cosimo I frequentò queste terre ricche di boschi e particolarmente adatte alle battute di caccia della corte, nonché vicine al vasto corpo di possedimenti fondiari che i Medici erano andati acquisendo nel Padule di Fucecchio tra Quattrocento e Cinquecento. A Cerreto infatti convergevano gli interessi economici di Cosimo I e dei successori, volti all’incremento e alla valorizzazione di un patrimonio immobiliare, in un’area politicamente molto importante, a confine con la Val di Nievole e la Lucchesia.
Numerose fonti attestano che il principale ideatore del progetto fu Bernardo Buontalenti, l’attribuzione viene rafforzata dal confronto con altre opere dell’artista. La sua mano sarebbe evidente, secondo molti studiosi, nella realizzazione delle due enormi rampe di scale simmetriche a zig-zag, e che danno alla villa un imponente aspetto di fortezza. Per ragioni tecniche furono costruite successivamente rispetto al corpo della Villa e oggi sono più conosciute dai cerretesi con il nome di “Ponti”.
Chi invece seguì la costruzione in loco, fu Davitte Fortini, architetto ed ingegnere al servizio dei Medici per oltre cinquant’anni. I lavori iniziarono nei primi mesi del 1564 e si protrassero fino al 1566. La manodopera impiegata nel cantiere fu reclutata col sistema delle comandate, prestazioni d’opera obbligatorie semigratuite. Lavorarono nel cantiere della Villa sia i cerretesi che gli abitanti delle vicine comunità (Vinci, Empoli, San Miniato, Montelupo, Fucecchio, Castelfranco di Sotto). La realizzazione dell’opera coinvolse non solo semplici contadini, ma anche maestranze qualificate come muratori, scalpellini, segatori di legname, carpentieri e così via. Gran parte del materiale da costruzione utilizzato proveniva dai resti della Rocca dei Conti Guidi, dalle torri e dalle mura della trecentesca cinta difensiva.
La Villa Medicea fu costruita in tempi relativamente brevi in proporzione alla grandiosità dell’opera. Tale celerità è dovuta a diversi fattori: il reclutamento di manodopera e di bestie da soma col sistema delle comandate, l’utilizzo dei resti di strutture preesistenti come cave di pietra e laterizi, la vicina presenza dell’Arno che rendeva possibile il trasporto fluviale di materie prime e forniva la rena per la malta edilizia, infine l’esistenza nella zona di una serie di fornaci per la produzione di mattoni (Stabbia, Limite, Lastra a Signa, Montelupo, Volpaja, ecc)
La struttura è un blocco compatto: si tratta di una planimetria organizzata attorno ad un salone centrale al quale si accede direttamente dal portone principale e in cui si aprono le porte degli appartamenti disposti simmetricamente; nel fondo del salone d’ingresso sono collocate le scale per il piano superiore. Nel complesso è una struttura di grande novità per l’epoca, che nasce così per rispondere alla particolarità del sito sulla quale sorge. Le altre Ville Medicee presentano invece una planimetria che include un cortile interno, poiché sono nati dall’incorporazione di parti già esistenti.
La Villa conservò le strutture e gli arredi originali fino al 1781, anno in cui Pietro Leopoldo di Lorena, subentrato ai Medici nel governo della Toscana, decise di alienare la proprietà. Venne messa in vendita assieme alla vicina fattoria e a vari poderi smembrati dai possedimenti della fattoria di Stabbia. Da questo momento in poi la Villa passò nelle mani di più privati, che apportarono modifiche o introdussero nuovi arredamenti. Nel 1966 l’ingegner Galliano Boldrini, nativo di Cerreto Guidi e qui residente, acquistò l’immobile e nel 1969 donò l’intero complesso allo Stato per farne Museo Nazionale. Come tale venne inaugurato solo nel 1978, una volta che i lavori di restauro furono completati.
Nel 2013 la Villa di Cerreto Guidi è diventata il 49imo bene italiano iscritto al patrimonio dell’UNESCO, insieme ad altre dodici ville medicee e due giardini, come “Ville e Giardini della Toscana“. Insieme formano un arcipelago mediceo, che è una grande testimonianza della magnificenza dei Signori di Firenze, ma anche dell’influenza esercitata dalla famiglia Medici sulla cultura europea moderna attraverso il mecenatismo delle arti. Sono un originale sistema di costruzioni rurali in armonia con la natura, dedicate al tempo libero, alle arti e alla conoscenza (per sapere di più sulle altre Ville e Giardini medicei che costituiscono il patrimonio Unesco.