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Chiauci (IS)

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Foto Chiauci (IS)
BENVENUTO A CHIAUCI, LA CHIAVE DEL SANNIO PENTRO (CLAVIS PENTRORUM)!

Chiauci è un piccolo borgo dell'Alto Molise, con una popolazione di circa 220 abitanti, in passato abitato dalla valorosa tribù sannitica dei Pentri ("popolo dei monti"), che rappresentò un ostacolo alle mire espansionistiche di Roma ... . Situato ad un'altezza media di 879 m s.l.m., si concentra sulla sinistra dell'alto corso del fiume Trigno, là dove un tempo si apriva un canyon naturale di straordinaria bellezza e il fiume formava una cascata con un salto di 60 metri, con marmitte, grotte, giochi d'acqua e rapide impetuose. Un'area che ancora oggi è un Sito di Interesse Comunitario. 

Negli ultimi anni, il piccolo borgo è caratterizzato da un turismo familiare, grazie al prezioso patrimonio di bellezze storiche, artistiche e soprattutto naturalistiche di cui dispone. Da qualunque parte vi si giunga, infatti, Chiauci si presenta con una natura ricca e incontaminata - fatta di sorgenti, fiumi, montagne e boschi - che si fonde con il fascino del borgo antico. In ogni stagione dell'anno, il borgo ha sempre una proposta da offrire: sentieristica per trekking, mountain bike o passeggiate a cavallo, piste per trial, birdwatching, aree picnic, parco avventura, camping... Una delle più belle oasi verdi di Chiauci è il Bosco di Sant'Onofrio, a pochi chilometri dal paese, nel quale si trova una Chiesetta dedicata al Santo eremita. Percorrendo un sentiero che conduce alla sommità del suo Colle più alto, si possono ammirare i resti di una cinta muraria sannitica risalente al IV secolo a.C., che forniva riparo, in caso di emergenza, ad un gran numero di greggi e armenti. Una meta, questa, molto gettonata nelle domeniche estive dalle comitive e dalle famiglie, che amano rilassarsi all'ombra di maestosi alberi che superano i 30 metri, ed usufruire dell'area picnic attrezzata, o magari avventurarsi nel Parco Avventura. 

In tutto il territorio chiaucese, quasi completamente montuoso, sono presenti vari Siti di Importanza Comunitaria (SiC), quali il Bosco di Collemeluccio-Castiglione-La Coccozza e la spettacolare Gola di Chiauci. Quest'ultima è stata definita "uno dei posti più belli e caratteristici del Molise", formatasi in mezzo ad una piega montuosa calcarea a forma di sella, costituita da due parti di natura differente. La parte superiore della Gola è una vera e propria frattura generata dalla spinta orogenetica che qui ha trovato resistenza; la parte inferiore è il risultato dell'attività erosiva delle acque nel corso dei millenni. Giungendo fino alla cosiddetta porta della Gola, attraverso un sentiero, ci si ritrova di fronte ad uno strapiombo, dal quale è possibile ammirare un panorama suggestivo sulla valle del Trigno, dominata dal caratteristico e singolare Campanile di Chiauci. Continuando ad esplorare la Gola, si potrà incontrare la Staphylea pinnata, un alberello volgarmente detto "Falso pistacchio", solitamente presente in Italia in ambienti "riservati" ed impervi. Nei pressi della cascata, retrocessa nel tempo a monte della Gola, resterete rapiti da due marmitte dei giganti, di cui una alta 25 metri, situate nel punto in cui il fiume lotta contro la roccia, destinata ad essere erosa completamente col trascorere dei secoli e a far scomparire del tutto la cascata.

Nella Piazza principale del Paese si trova la Chiesa del Santissimo Rosario, detta del glorioso San Sebastiano. Dall'agosto 2013, questa Chiesa ospita, in maniera permanente, una copia ufficiale e a grandezza naturale della Sacra Sindone, donata dall'Ordine dei Cavalieri della Spada e del Silenzio di Torino alla Parrocchia di Chiauci, per volontà del Cavaliere Arnaldo Di Lonardo, Chiaucese vissuto per anni nel capoluogo piemontese. Si tratta della seconda copia ufficiale, fedele all'originale, del Sacro Telo; la prima copia fu donata nel 2010 alla Cattedrale di Chambéry, in Francia, dai "Cavalieri della Spada e del Silenzio".

Il borgo di Chiauci è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Dalla strada che porta al paese è possibile vedere l'invaso della Diga di Chiauci alimentato dal fiume Trigno, grandiosa opera ingegneristica iniziata nel lontano 1985 e attualmente in fase di completamento.

  • Chiauci è attraversato dalla tratta ferroviaria più alta e più spettacolare d'Italia, che si snoda nel territorio molisano ed abruzzese, attraversando 50 km in ambiente MaB-Unesco e 70 km nei Parchi Nazionali della Maiella e d'Abruzzo, Lazio e Molise. 

  • Da una ricerca condotta dalla Pro Loco è emerso che sono attive oltre 40 sorgenti d'acqua sul territorio, molte delle quali circondate da aree ricettive come Fonte La terra (in passato lavatoio), Fonte Spaventa  e Fonte La Regina.

  • Dal punto di vista gastronomico, alcune preparazioni tipiche della cucina Chiaucese sono: lo SQUATTONE, pasta fatta in casa scolata lasciando un pò di acqua di cottura, con l'aggiunta di un pò di vino; la polenta tipica Chiaucese, con patate e condimenti vari; SAGNe e FASCIUOLe (pasta fatta in casa con i fagioli); CAVIATe (gnocchi) conditi con sugo di carne di maiale; CH'COCCIA e PATANe P'SCTIATe (zucca e patate pestate); Polpette CASCe e OVA (con uova e formaggio). Tra i dolci tipici troviamo le SCURPELLe e le TeRCINe, dolcetti fritti di Carnevale, e le PASTARELLE e BISCOTTI.

  • La professoressa Rosa Viparelli, prorettore dell'Università degli Studi della Basilicata, professore ordinario costruzioni idrauliche e marittime e idrologia, ha discusso una tesi di carattere progettuale sul fiume Trigno alla stretta di Chiauci.

  • La scrittrice Lina Pietravalle, di origini molisane, sposò nel 1907 il giornalista Pasquale Nonno, originario di Chiauci. Il matrimonio fu celebrato a Napoli e proseguì con i festeggiamenti a Chiauci. L'evento verrà poi descritto dalla stessa scrittrice in uno dei suoi celebri racconti autobiografici "Marcia Nuziale" edito da Bompiani nel 1931, in cui racconta lo stato di atavica arretratezza culturale e di costumi della famiglia dello sposo e dell'intera comunità.

  • Il professor Vincenzo Grasso, nato a Chiauci, a lungo Direttore dell'Istituto di Patologia e Zoologia Forestale e Agraria dell'Università di Firenze, è ricordato per i suoi studi sugli effetti del gelo sulle piante forestali, per la sua monografia sul genere "Gymnosporangium" e per le sue ricerche sugli agenti di mal bianco delle latifoglie.

  • Giuseppe Diamante Mascia, originario di Chiauci, sulle prime fu addetto allo stato ecclesiastico, ma poi - conosciutasi meglio la sua vocazione - fu invitato a Napoli, presso un maestro ebanista, e presso i due valentissimi compositori di organi Fabrizio Cimino e Federico Severino, per apprendere a far lavori in ebano, o in altro pregiato legname, e la costruzione degli organi. Restò a Napoli 7 anni, per poi trasferirsi a Roma dove, protetto dal Cardinale Spinelli, studiò sotto il famoso organista Nicola Galori anche l'arte di adattare e unificare l'organo con l'orologio, formando il cosiddetto GARIGLIONE (carillon). Tornato in seguito a Napoli, i suoi pregiati lavori acquistarono tanta rinomanza che Ferdinando IV lo nominò Organista di Casa Reale. E' appunto nella Reggia di Napoli che si ammirano ancora due stupendi Gariglioni ad orologio, di sua costruzione. Dopo tanto tempo fece ritorno al suo paese natio, dove non aveva però la possibilità di esprimere la propria Arte. Decise perciò di stabilirsi ad Agnone, dove realizzò il bellissimo Organo di S. Emidio. Altri organi sono visibili presso Barrea, Villa S.Maria, Guidone, Sepino, Torella, Vinchiaturo, Morcone, ecc.

  • Erminio Trabucco, professore di disegno e storia dell'arte nel liceo scientifico di Agnone che contribuì a fondare nel 1945, nacque a Chiauci nel 1907. Del Professore sono i disegni ed il progetto dell'altare della Passione esistente nella Chiesa Madre di Chiauci. Innamorato della sua umile terra e desideroso di raccontarla, dipinse vari scorci e personaggi del paese e si interessò della decorazione della chiesa madre eseguita dalla sua amica Valeria Vecchia. Una passione che seppe trasmettere alle sue due figlie, Adelaide ed Ermatea, in particolar modo alla prima, studiosa ed autrice, oltre che di numerose pubblicazioni di storia dell'arte, anche del libro "Memorie storiche ed artistiche di Chiauci e delle sue Chiese".

  • Gianluca Di Vincenzo, di padre chiaucese, è un giovane e affermato musicista che realizza colonne sonore spesso utilizzate per cortometraggi e spettacoli teatrali. Da 5 anni, l'etichetta discografica "Unistory Music" pubblica i suoi cd. 

Citazioni famose

  • E' un leggiadro e ridente paesello a 879 metri sul livello del mare, dalle casette bianche e silenziose, site sul declivio ondulato di un colle, che digrada in colline ondeggianti di boschi copiosi di faggi, sfumanti in vallate, verzicanti di prati e ricche di vigneti, e in un dirupo irto, fra ammassi di rocce nude, affacciantesi sulla celebre cascata del fiume Trigno, che risuona tumultuosa nel silenzio e nella solitudine, lungo il masso enorme, spezzato, fra rocce massicce, in una cavità profonda, come un baratro. [...] Tutto, qui, ora, tace e riposa, e l’anima può spaziare nel paesaggio della imponente vallata sottostante di Civitanova e della catena dei monti del Matese e di Frosolone, che si distende vastissimaTratto dal libro del sacerdote Gioacchino Maselli, Tra i Pentri e i Caraceni – volume primo, 1934.

  • La "Foce di Chiauci" è certamente uno dei tanti posti belli e caratteristici del Molise, che purtroppo molti stessi molisani o non conoscono o non apprezzano nella sua importanza e bellezza straordinaria. Né poi esiste un libro o una guida turistica di questaRegione che la menzioni, mentre spesso si ricordano luoghi mediocri solo perché hanno la fortuna di essere vicini alla ferrovia. Tratto da una dichiarazione dello studioso chiaucese Vincenzo Grasso, apparsa in un articolo della rivista dell'Istituto Geografico Militare Italiano "Universo", 1947. 



Cenni Storici
Originariamente il nome del borgo era "Clàvicia", nome che nei secoli cambiò in "Chiavico", "Clauce", fino a quello odierno. Una delle ipotesi è che il nome originario derivi dalla clava, simbolo della forza, o della dea putente e purificatrice Cloacina creata dal decreto di Tito Tazio, il Re sabino di Roma.

Lo stemma del Comune di Chiauci - due chiavi maschie incrociate caricate di un'aquila - pare volesse attestare invece che per Chiauci non si tratti né di clava né della dea Cloacina, ma delle simboliche chiavi della Santa Sede, pur non essendo stato mai feudo della medesima.

C'è chi è convinto, invece, che Clauce possa ricordare l'antica Cluvia, situata secondo Livio a 20 miglia da Cominio; ma dove fosse situata Cominio è un mistero che nessuno storico ad oggi è riuscito a risolvere.

Chiauci è un borgo di origine feudale che aveva come feudatario un esponente della famiglia del conte di Molise, il barone Oderisio de Rigo Nigro. Questi lo ebbe in feudo fino alla prima metà del 1200, quando arrivarono gli Svevi e Tommaso de Rigo Neigro, tra i baroni della "Terra di Lavoro", prese dei prigionieri lombardi. 

Dal 1269, all'epoca di Carlo I d'Angiò, il feudo passò alla famiglia Bucca, cadetti del governo di Napoli. Successivamente lo tennero i Del Bosco, i Montavano, i Ferrante de Capua. Le figlie di quest'ultimo, nel 1500, lo cedettero ai Sanfelice di Bagnoli del Trigno. All'epoca del viceré spagnolo Pietro da Toledo, Chiauci fu data ai Greco di Montenero, acquistata poi dai Petra di Caccavone e Vastogirardi nel 1626, passò quindi ai Capuano, ai De Mari e ai Gambadoro.

Prima di divenire Comune autonomo nel 1811, Chiauci apparteneva al distretto di Isernia, governato da Frosolone, ed era una frazione di Civitanova del Sannio. Tuttavia, dal 1927 al 1935, divenne nuovamente frazione, stavolta di Pescolanciano. Con il nuovo governo repubblicano passò alla provincia di Campobasso. Dal 1970 è di nuovo parte della provincia di Isernia, ed ospita uno dei principali bacini idrici per il rifornimento dell'acqua regionale.

Il piccolo Comune ha basato la sua storia sull'agricoltura e sulla pastorizia.

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Pagina gestita dal Comune di Chiauci con la collaborazione della Pro Loco.

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