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BENVENUTO A SAMUGHEO, IL BORGO DELL'ARTIGIANATO TESSILE!
Samugheo è un borgo sardo di circa 2.919 abitanti, posto a 400 metri sul livello del mare, nella regione storica della Barbagia del Mandrolisai e in una zona chiamata Brabayanna. Il borgo ospitò gli abitanti già dal III millennio a.C .... e successivamente fu romanizzato, come testimoniano i ritrovamenti del periodo repubblicano ed imperiale.
Caratterizzato da gole, dirupi e pareti rocciose, il borgo vanta una natura ricca che fa da cornice alle numerose grotte presenti nel territorio. Molte sono dunque le attrazioni per le quali vale la pena armarsi di scarponcini da trekking e macchina fotografica: a bordo di un fuoristrada o a piedi è possibile raggiungere il Castello di Medusa, una roccaforte costruita a picco sulla gola formata dal Riu Araxixi. Meta di turisti curiosi e intriso di misteri, il Castello, risalente al IV sec. d.C., racconta la storia della fantomatica regina Medusa che fu padrona del Castello per ben 28 anni, dopo che il padre morì. Alla sua morte, ella lasciò il Castello e i tesori al diavolo, i quali sarebbero diventati massi all’arrivo di chiunque.
Ma Samugheo è soprattutto artigianato e manifattura. Potrete ammirare la tessitura artigianale caratteristica del borgo, recandovi al Museo MURATS, nato nel 2002 con l'intento di restituire alla memoria l'arte tessile sarda. Il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda si trova alla periferia del borgo, in un edificio di circa 750 mq disposto su due piani. Al piano terra si trovano due sale espositive, nelle quali si tengono delle mostre temporanee su questa antica arte tramandata di generazione in generazione. Durante queste mostre potrete osservare gli "Affaciadas", strisce piccolissime che venivano esposte nei balconi durante il Corpus Domini, e cinque degli otto "Tapinos 'e mortu" presenti su tutto il territorio sardo; questi ultimi sono pezzi artigianali funebri ormai scomparsi del tutto.
Se vi trovate nel borgo nel periodo del Carnevale, non perdetevi i magnifici festeggiamenti. L'occasione è utile per mettere in scena la vita pastorale dei sardi attraverso maschere tipiche e balli, atte a simulare il combattimento delle capre in amore. Il giovedì grasso sancisce l'inizio della festa attraverso la vestizione delle maschere tipiche, ossia Su Mamutzone, la maschera del silenzio; s'Urtzu, la vittima della messinscena; s'Omadore, il pastore che tiene in mano il bastone; e infine su Traga Cortgius, emblema della morte. Il Carnevale è fortemente collegato alle origini del culto di Dioniso, rappresentato da s'Urtzu che ne inscena passione e morte. Partecipare al Carnevale vuol dire ritrovarsi nell'antica Sardegna, in cui sacro e profano, culti e sacrifici facevano parte della vita degli abitanti.
Il borgo di Samugheo è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Pare che il toponimo diSamugheo sia legato all'antica chiesa di San Michele, in catalano chiamata Sant Miquel e in castigliano San Miguel.