La
Chiesa Madre "Esaltazione Santa Croce" è una chiesa cattolica di rito greco-bizantino.
La Chiesa è stata edificata nel XVIII secolo (1721), sembrerebbe, dopo l'ultimo restauro, su preesistente edificio religioso; anche la Cappella dedicata a San Rocco la cui data di costruzione, MDCXIV (1614) è incisa, in numeri romani, al centro dell'arcata che divide il vima (bema) dalla navata, risulta edificata su precedente edificio religioso, il cui corpo era la parte del presbiterio.
Per ciò che riguarda il
rito greco-bizantino, possiamo teorizzare che l'essere stati sufficientemente lontani dalla sede della diocesi di Anglona, in Tursi, sotto la cui giurisdizione ricadeva la comunità, abbia consentito il mantenimento del cerimoniale del rito. Nell'arco del tempo si è avuta, però, commistione di riti, tanto che la Chiesa “Esaltazione Santa Croce” ed anche la Cappella di San Rocco, nell'
architettura, non rispondono alla struttura a croce greca, bensì hanno navate e altari laterali.
L'ultimo restauro della Chiesa
“Esaltazione Santa Croce” ha portato alla luce un
affresco, posto su un altare della navata laterale destra, in cui è dipinto il calice con l'ostia; la particolarità sta nel fatto che l'ostia non è tonda ma quadrata, e reca una scritta in greco (Iesùs Cristòs Nikà): la presenza della scritta in greco e la forma quadrata dell'ostia ci consentono, senza ombra di dubbio, di poter affermare che la chiesa è stata adoperata per dire messa in rito greco.
Curiosità
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Nel rito non è contemplata la presenza di statue di Santi, ma solo di icone: a causa della mistione di riti, verificatasi nei secoli, a San Paolo Albanese si fanno processioni con statue. Nell'ultimo ventennio si è tentata una riappropriazione del rito "in toto", anche se con qualche forzatura, poiché risulta essere di difficile comprensione e accettazione la presenza delle icone al posto delle statue, allorquando si è stati curati, nella catechesi, da frate Giancarlo Brioschi, monaco francescano, che, per un lungo periodo, ha svolto la mansione di parroco nella comunità.
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L'iconografo che realizza le icone deve avere una profonda conoscenza della teologia e della tecnica di realizzazione (dalla scelta del legno, privo di nodi e non resinoso, alla tecnica pittorica dell'illuminazione); nell'icona manca prospettiva-profondità, è dipinta (scritta) con la tecnica dell'illuminazione, vale a dire, con stratificazione di colori, dal più scuro per arrivare al più chiaro; i colori non sono scelti per ottenere un bell'effetto cromatico, ma la scelta è vagliata in funzione del simbolismo (oro - paradiso, rosso - divinità, blu - umanità).
- Esistono diversi tipi di icone: DÈISIS = preghiera; TEOTÒKOS = madre di Dio; PLATYTERA = più ampia dei cieli poiché ha portato in grembo il Signore; GLIKOPHILÒUSA = vergine della tenerezza; ODIGITRIA = immagine della Teotòkos che regge su una delle due braccia il bambino, mentre con l'altra lo indica come la Via da seguire: Ella suggerisce all'uomo di seguire la strada che Gesù è venuto a tracciare per lui.
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Il rito greco consente ai suoi sacerdoti il matrimonio prima dell'ordinazione; l'eucarestia si fa con il pane e il vino; è presente nella chiesa l'Iconostasi, una struttura di tipo murario o in legno impreziosita da icone; il calendario liturgico (Giuliano) del rito greco-bizantino non corrisponde completamente con quello (Gregoriano) latino, (ad es. si commemorano i defunti non solo a novembre, ma anche nell'ultima settimana del carnevale, l'ESALTAZIONE della CROCE, nel calendario liturgico bizantino, rientra tra le feste dispotiche, vale a dire dedicate al Signore e ricorre il 14 settembre).
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Solo nel secolo scorso sono state istituite Eparchie specifiche: BENEDETTO XV istituì l'Eparchia di Lungro nel 1919; PIO XI istituì l'Eparchia di Piana degli Albanesi nel 1937.