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BENVENUTO A SAN COSTANTINO ALBANESE, UNO DEI CINQUE BORGHI ARBËRESH LUCANI!
San Costantino Albanese è un borgo lucano di soli 668 abitanti, situato in Val Sarmento, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, a circa 650 metri sul livello del mare .... Il centro abitato più antico, diviso in parte alta (katundi alartaz) e parte bassa (katundi ahimaz), si estende longitudinalmente, e le due punte estreme erano delimitate da due chiesette, di cui una dedicata alla Madonna delle Grazie ancora oggi esistente.
La peculiarità del borgo è quella di conservare, a distanza di circa cinque secoli dalla sua fondazione, l'identità del popolo chiamato arbëresh, fuggito nel Sud Italia tra il 1400 ed il 1700 in seguito all’occupazione di Albania e Grecia da parte dell’impero Ottomano. Gli usi, i costumi, le tradizioni, il folklore, l'antica lingua e il rito religioso greco-bizantino della cultura arbëreshe sono rimasti quelli della terra d'origine, grazie alla trasmissione orale all'interno delle famiglie e, negli ultimi decenni, alle associazioni culturali locali che si adoperano per mantenere e valorizzare questo prezioso patrimonio. La cultura arbëreshe è unica ed è stata definita da studiosi albanesi "La banca delle tradizioni dell'Albania"poiché ha conservato incontaminate quelle tradizioni che in Albania hanno invece subìto l'influenza di altri popoli. Testimonianze preziose di questa cultura sono custodite presso l'Etnomuseodel borgo, la Casa Parco e la Biblioteca di Cultura Albanese.
Le manifestazioni culturali promosse nel piccolo borgo sono numerose e di elevata qualità. Tra queste spicca la caratteristica Festa in onore della Madonna della Stella - protettrice del borgo - durante la quale viene proposto uno spettacolo unico in Italia: l'accensione dei "Nusazit". Si tratta di pupazzi in cartapesta a grandezza naturale, che vengono riempiti di petardi, movimentati e fatti esplodere davanti alla Chiesa Madre, prima dell'inizio della processione. I pupazzi indossano abiti tradizionali albanesi e rappresentano il matrimonio, il lavoro, la mietitura e il diavolo. Un momento molto atteso da tutta la comunità e dai tanti turisti affascinati dalle tradizioni arbëresh.
Il borgo offre ai suoi visitatori anche una entusiasmante esperienza di volo simulato: il Volo dell’Aquila. Si tratta diuna struttura che, in totale sicurezza, simula il volo dell'aquila attraverso un sistema a funivia per 4 persone, costituito da una stazione a valle ed una a monte. La corsa panoramica sorvola i tetti del centro storico, nell'incantevole Valle del Sarmento, e culmina a 853m su Timpa Difesa, l'altura che sovrasta il borgo. La velocità di discesa è circa 90 km/h e l’età minima per poter effettuare il volo è di 10 anni.
San Costantino Albanese è questo e molto altro ancora...
Curiosità
L'ultima testimonianza poco prima di morire del grande scrittore, pittore, antifascista italiano del Novecento, Carlo Levi, si trova proprio a San Costantino Albanese ed è un dipinto su muro, un dono al territorio e alla piccola comunità arbëreshe.
Oltre a San Costantino Albanese, vi sono altre quattro comunità arbëreshe in Basilicata: Barile, Ginestra, Maschito, San Paolo Albanese.
I tessuti adoperati per confezionare i costumi tradizionali erano di produzione locale, come la lana (lesht) e il lino (liri). Veniva prodotto anche il tessuto di ginestra (sparta), utilizzato però soltanto per il confezionamento di sacchi, bisacce, strofinacci, ecc. La colorazione dei tessuti avveniva mediante la bollitura di sostanze coloranti come la robbia per il rosso, l'euforbia per il giallo, la corteccia del frassino per il verde, l’allume per l'arancione, i gusci di noce per il marrone, il vetriolo per il nero. I capelli delle donne non venivano né lavati e né tagliati, ma solo pettinati e divisi in due lunghe ciocche, avvolte poi con delle fettucce bianche (hjetulla) intrecciate in maniera diversa a seconda se la donna era nubile o sposata.
La Santa Messa viene officiata con il rito Greco-Bizantino, secondo la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo ed è quasi interamente cantata in albanese antico. Il matrimonio, il battesimo, i funerali e le altre celebrazioni sono ricchi di simbologia e fascino orientale.
L'alfabeto dell'antica lingua albanese tramandata oralmente nel borgo fu codificato nel 1908 grazie all'aiuto di letterati italo-albanesi.
Dodici giorni prima del mercoledì delle Ceneri, le donne del borgo preparano un piatto di grano cotto, i collivi, per onorare i propri defunti. Durante questa festa dei morti, le anime dei propri cari ricevono il permesso di scendere sulla terra per ritrovare i luoghi cari della vita passata.
Il gugliaccio è una specialità antica della tradizione di San Costantino Albanese, usata nei matrimoni e a Pasqua. Questa sorta di ciambella viene ricamata e guarnita con uccelli, serpenti e nido dal valore simbolico: gli uccelli rappresentano la famiglia vecchia e quella nuova che si va a formare; il nido, la casa dei futuri sposi; i serpenti, le tentazioni della vita e la fecondità.
Apparizioni cinematografiche
"Arbëria" (2019), film d'esordio di Francesca Olivieri, è un omaggio alla cultura arbëreshë con tracce di alcuni comuni lucani tra i quali San Costantino Albanese, che conserva una forte identità. Arbëria è la denominazione dell’insieme delle aree geografiche dell’Italia meridionale alla quale appartiene la minoranza etnico-linguistica degli arbëreshë.
Cenni Storici Il borgo di San Costantino Albanese fu fondato nel 1534 da popolazioni provenienti dall'Albania e dalla Morea, a seguito dell'invasione dell'Impero Bizantino.
Quando al loro arrivo il re di Napoli li accolse, uno di questi gruppi fu venduto ai Pignatelli, principi di Noja, l'odierna Noepoli. Fu così che sorse il casale di Shën Kostandini, la cui economia era basata sull'agricoltura con coltivazioni di castagno, olivo, lino, ginestra e cotone.
Il paesino, che in passato aveva offerto il proprio aiuto alla Spagna durante le battaglie contro i turchi, godeva per questo di un privilegio riconosciutogli dai regnanti spagnoli: quello di non dover pagare le tasse. Un privilegio che durò fino agli inizi della seconda metà del XVII secolo.
La vera peculiarità del borgo è quella della cultura arbëreshë, con usi e costumi diversi dai latini. La conservazione del rito Greco-Bizantino fa ricadere questa comunità sotto la giurisdizione ecclesiastica dell'Eparchia di Lungro.
location_on TURSI (MT) Servizio navetta gratuito a partire dalle ore 16.30 da Piazzetta Conte in Viale Sant'Anna, messo a disposizione dall’Amministrazione comunale.