Nel punto più alto dell'abitato, su uno sperone roccioso, sorge la neobarocca
Chiesa parrocchiale del SS. Salvatore.
Di origine medioevale, è stata
ricostruita più volte a seguito dei danni causati da varie calamità naturali, l'ultima delle quali è stata il terremoto di San Giuliano nel 2002, che ne ha visto la chiusura al culto fino al 2013. Della
struttura originaria conserva pochi elementi, tra i quali due capitelli con tre grossi pesci scolpiti.
Una
scalinata in pietra a due rampe semicircolari, conduce al suo ingresso su un piccolo piazzale lastricato. Internamente custodisce una
tavola di fine Cinquecento raffigurante la Vergine di Costantinopoli tra San Francesco e San Nicola, opera di Giovan Vincenzo d’Onofrio detto il Forli, e un grande
olio su tela del Settecento raffigurante San Mercurio di Cesarea - patrono di Toro - mentre uccide l'Imperatore romano Giuliano l'Apostata (autore ignoto). Notevoli la
scultura lignea della Madonna del Rosario, realizzata nel Settecento dallo scultore Carmine Latessa da Oratino, e la
statua dell'Hecce homo, attribuita a Nicola de Mari. Ma il reperto più pregevole conservato nell'edificio religioso è una
stele funeraria in pietra, con bassorilievi medievali raffiguranti scene di caccia, recante un'
iscrizione romana del III secolo; oggi la stele viene utilizzata come fonte battesimale.
La sua
alta torre campanaria è un punto di riferimento geografico fin dall'antichità.
Sul sagrato della Chiesa, potrete ammirare un piccolo
Monumento ai Caduti in guerra, alle spalle del quale si apre un bellissimo affaccio panoramico.
Curiosità
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Ogni anno, il 26 agosto, la chiesa è meta di pellegrini che accorrono in occasione della festa patronale.
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La statua del Santo Patrono era un tempo custodita presso la Chiesa di San Rocco, dove era stata spostata a seguito della sconsacrazione della Chiesa di San Mercurio, successivamente crollata col sisma del 1805.
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La torre campanaria svolgeva in passato una funzione di protezione del tratturo Lucera-Castel di Sangro, l'asse stradale che conduceva in un territorio ostile ai Longobardi del Ducato di Benevento di cui l'attuale Molise faceva parte: la Puglia, dominata dall'Impero bizantino.
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Adiacente alla Chiesa vi era un tempo un Palazzo badiale, prova evidente della signoria ecclesiastica di Santa Sofia sul borgo, che crollò nel 1805 e non fu mai più ricostruito.
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La raffinata statua della Madonna col Bambino, di Carmine Latessa di Oratino, è purtroppo ancora oggi priva del Bambin Gesù trafugato nel 1975.