L'area del Pollino è ricca di piante e fiori, alcune endemiche, altre rare nell'Appennino meridionale.
Tra quelle rare vi è la splendida
Peonia pellegrina o peregrina - chiamata
Banxhurna in lingua arbëreshë - dal colore rosso porpora e i petali vellutati, che potrete ammirare sul Monte Carnara dalla seconda metà di maggio fino alla fine della fioritura.
Nella tradizione arbëreshë, questo fiore viene paragonato ad una donna bellissima. Non a caso, un canto popolare recita: "queste nostre ragazze, vestitesi a nuovo come gentildonne, con guance rosse come chicchi di melograno, come peonia su un monte" (in lingua arbëreshë:
këto vashasitë e tona çë na undruan si xhinduldhona, faqe kuqe si koqe sheg, si banxhurna tek një breg).
Se raccolto, il fiore si sciupa rapidamente.
Curiosità
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La Peonia veniva utilizzata un tempo a scopo medicamentoso, dalle popolazioni dell'Europa meridionale e dell'Asia. Numerosi i benefici, a partire dai semi che, se appesi al collo di un neonato, scongiuravano i dolori della dentizione, fino alle radici e ai petali, efficaci contro epilessia e malaria. Nell’antichità si riteneva, inoltre, che fosse una pianta degli dèi, in grado di allontanare gli spiriti maligni. Ancora oggi, si usa la radice della peonia come antispasmodico nonché come calmante per ansia, insonnia e dolori.
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Anche nella mitologia greca, compare la peonia: il dio degli inferi Ade, fece curare le ferite infertegli da Eracle, dal medico degli dei di nome Peone. Per proteggere Peone dalle ire dell'invidioso Asclepio, dio della medicina, trasformò questi in una peonia. Un altro mito racconta invece che Peone, per aiutare nel suo parto Latona, la futura madre di Apollo e Artemide, si servì del succo di un fiore che prese il nome di Peonia, da Peone appunto.
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Nel linguaggio dei fiori, la Peonia indica timidezza in Occidente, e nobiltà e raffinatezza in Oriente.