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BENVENUTI A MONTEFIORE DELL'ASO, IL BORGO DEI PITTORI!
Montefiore dell'Aso è un incantevole borgo marchigiano della provincia di Ascoli Piceno, abitato da circa 2.218 persone. Arroccato su una collina a 411 metri sul livello del mare, si affaccia sulle suggestive valli del fiume Aso e del torrente Menocchia .... Montefiore dell'Aso è iscritto al club de "I Borghi più Belli d'Italia".
Il borgo dei pittori. Circondato da antiche mura e da sei suggestivi torrioni risalenti ai secoli XV e XVI, questo borgo trecentesco è noto come "il borgo dei pittori" grazie alla presenza di numerosi artisti che vi hanno vissuto e lavorato. Tra i più illustri, Carlo Crivelli, celebre per il suo polittico i cui frammenti sono conservati nei musei più importanti del mondo; Adolfo De Carolis e Domenico Cantatore, che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia artistica del borgo.
Belvedere Adolfo de Carolis. Iniziate la vostra visita dalla Porta dell'Aspromonte. Varcate le mura castellane per affacciarvi dal "Belvedere Adolfo de Carolis": una spettacolare terrazza sui Monti della Laga, il Gran Sasso, il Monte Vettore e i Monti Sibillini. Qui potrete ammirare una scultura in mosaico di Lina Damiani, intitolata "Tavolo con frutta". Dal belvedere, proseguite lungo via San Francesco, in direzione Parco de Vecchis, e imboccate un gradevole sentiero panoramico che si affaccia sulle colline a ridosso delle mura.
Gli edifici religiosi. Il centro storico del borgo è ricco di edifici sei-settecenteschi. Piazza della Repubblica è dominata dalla Collegiata di Santa Lucia, edificata tra il III e il V secolo e restaurata in stile neoclassico. La chiesa presenta una particolarità: un portale decorato con simboli paleocristiani. In piazzale San Francesco incontrerete invece la chiesa dedicata al santo, costruita tra il 1247 e il 1303 in stile romanico-gotico, che ha subito restauri barocchi. Al suo interno, un monumento funebre del 1310 e la tomba del pittore Adolfo De Carolis, oltre ad importanti affreschi. Il complesso include un convento adibito a Polo Museale, che ospita le opere degli artisti che hanno reso celebre il paese. Appena fuori dal centro sorge la seicentesca chiesa di San Filippo Neri, esternamente semplice ma austera, che rivela interni decorati con marmi pregiati. Custodisce inoltre importanti reliquie come il corpo di San Fedele Martire e le ceneri del pittore Domenico Cantatore.
Il Museo dell'Orologio. Merita assolutamente una visita il vecchio laboratorio di restauro dell'orologio, fondato nell'Ottocento da Ennio Melloncelli. Situato in Piazza Risorgimento, oggi espone una varietà di sistemi per la misurazione del tempo, tra cui una bellissima cassa con meccanismo a scappamento di fine Ottocento, una coppia di clessidre da gioco del XVIII secolo ed un orologio solare (hemicyclium) basato sul disegno di Berosus di Caldea, risalente all'epoca romana (II d.C.). Il laboratorio è arricchito da un'interessante mostra fotografica e molti altri ingranaggi storici.
Le Feste. Tanti gli eventi che animano Montefiore dell'Aso nel corso dell'anno: a febbraio il Carnevale, Carnevale, con la tradizionale sfilata di carri allegorici e maschere; a luglio Sinfonie di cinema, una rassegna cinematografica accompagnata da concerti dal vivo; ad agosto la storica Sagra della Frutta e la Maialata in piazza; e in autunno la Rassegna Polifonica Internazionale, che attira cori nazionali e internazionali, e l'antica Fiera Grande d'Autunno.
Montefiore dell'Aso è questo e molto altro ancora...
Curiosità:
Il nome di Montefiore dell'Aso deriva da "Mons Floris", in onore della Dea Flora, la divinità campestre che proteggeva i raccolti, riflettendo l'antica connessione del borgo con la natura e l'agricoltura.
Già nell'Ottocento, quando in molte parti d'Italia l'acqua pubblica era un sogno lontano, Montefiore dell'Aso beneficiava di un sistema di irrigazione grazie al vicino fiume Aso, un esempio di lungimiranza e innovazione.
All'ingresso del paese, la cinta muraria ben conservata proteggeva un tempo i castelli "Montisfloris" e "Asprementis", risalenti all'XI e XII secolo. I signori Egidius de Monte Floris e Ugo de Aspromonte, appartenenti alla nobile famiglia dei Tebaldeschi e discendenti del Conte Manasse, ne furono i padroni.