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BENVENUTO A SARCONI, IL BORGO DEL RINOMATO FAGIOLO I.G.P.!
Sarconi è un borgo lucano di 1.414 abitanti, posto a mt. 636 s.l.m .... Ricade nello splendido Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri-Lagonegrese e viene definito la “piccola Mesopotamia” per il suo essere lambito da due torrenti, il Maglia e lo Sciàura, che grazie all'abbondanza d'acqua ne hanno fatto un importante centro agricolo dove si coltiva una gran varietà di prodotti ortofrutticoli.
I torrenti che abbracciano il borgo, lo rendono un paesaggio suggestivo e al contempo fertile, favorendo la coltura di quello che rappresenta il fiore all'occhiello della produzione locale fin dai tempi passati: il Fagiolo di Sarconi, prodotto “IGP” dal 1996. Le abbondanti acque irrigue permettono di produrre a Sarconi fagioli di qualità diversa da quelli delle altre zone. Inoltre, le basse temperature estive e la freschezza delle acque di coltivazione consentono di mantenere nei semi un alto contenuto in zuccheri semplici, allungando i tempi necessari per la loro trasformazione in amido. I Fagioli di Sarconi hanno forma ovale o tondeggiante mentre il colore varia dal giallo pallido al bianco con striature più scure. Le caratteristiche principali che differenziano i fagioli prodotti a Sarconi sono essenzialmente: la tenerezza del prodotto, che li rende particolarmente appetibili e digeribili; la rapidità di cottura; la particolare sapidità conferita dai metodi tradizionali di coltivazione, dal clima, dai terreni e dalle acque. L'ottimo prodotto è impiegato in curiose e molteplici varianti, tra le quali le confetture e, addirittura, il gelato!
Sarconi regala la dimensione ideale per chi ama le passeggiate sensoriali a contatto diretto con la Natura. L’incontaminata ambientazione del Bosco Farnie, attraversato da querce e cerri e costeggiato dal Lago del Pertusillo, si fonde con il verde circostante e regala pace dei sensi a chiunque approdi in questi luoghi. Il percorso sensoriale non può non includere un'altra vasta area, che si caratterizza per la presenza congiunta di acqua e vegetazione: il Parco Fluviale “Baden-Powell”. Il fiume Maglia con le sue rive piene di ciottoli è immerso nel Parco che ospita anche un affascinante ponte in pietra del 1583, il cosiddetto “Ponte vecchio”. Qui, la ricca vegetazione nasconde i resti di uno dei due antichi Mulini ad acqua presenti nel borgo. Ad approvvigionare i due mulini era l’imponente Acquedotto Cavour, un vero e proprio capolavoro di ingegneria idraulica circondato da ampi giardini, che cattura l'attenzione del visitatore che giunge per la prima volta nel borgo.
Ma è il piccolo e caratteristico centro storico di Sarconi a offrire sorprese al visitatore. Immergendosi nei vicoletti del borgo, si possono ammirare le sue architetture tipicamente rurali, dai portali e le facciate in pietra che si sposano con i balconi in ferro battuto. Interessanti anche i piccoli gioielli del patrimonio religioso del borgo come la graziosa chiesetta di Santa Lucia del 1400 e la chiesa di Sant’Antonio del 1600. Il primo nucleo di Sarconi si sviluppò però in località Cammarelle dove oggi si possono ammirare numerose incantevoli ville.
Il borgo di Sarconi è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Gli ecotipi di fagioli, localmente prodotti, sono 20 e vengono suddivisi per 2 macro-categorie: “nani” e “rampicanti”. I diversi ecotipi commercializzati hanno un alto contenuto di ferro, calcio, fosforo e vitamine (B1,B2 e PP) che li rendono un alimento particolarmente energetico; allo stato secco 100 grammi di prodotto contengono 320 kilocalorie. Non sono trattati o sterilizzati chimicamente ed eventuali forme svernanti di parassiti, vengono eliminate sottoponendo il prodotto a temperature intorno a –20°. Le varietà più diffuse mantengono ancora oggi i nomi tradizionali. Ricordiamo, in particolare: fasuli risi, tovagliedde, rampicanti, fasuli russi, verdolini, napolitanu vasciu, napulitani avuti, ciuoti o regina, tabacchino, munachedda, nasieddo, maruchedda, san michele, muruseddu, truchisch, cannellino rampicante.
L'Acquedotto Cavour, costruito nel 1867, presenta una serie di canali a strapiombo lungo il fiume Maglia, e con i suoi armoniosi archi in muratura, laterizio e pietra rappresenta l'unico esempio conservato nella Regione.
Sarconi ha dato i natali allo studioso e scrittoreNiccolò Ramagli (1903- 1981) il quale ha contribuito, con le sue opere, a far conoscere il borgo anche al di fuori dei confini regionali. Egli trascorse in Lucania l'infanzia e l'adolescenza conseguendo la maturità classica, come autodidatta, a Potenza. Trasferitosi a Napoli conseguì la Laurea in Filosofia. Negli anni '50 partecipò sul quotidiano partenopeo "Il Mattino" all'acceso dibattito seguito alla pubblicazione (1945) di "Cristo si è fermato ad Eboli" di C. Levi. Negli anni '60 fu socio fondatore e vicepresidente dell'Associazione Lucana "Giustino Fortunato", presso la quale promosse un'intensa attività culturale. Partecipò, anche con contributi personali, a numerosi convegni sulla cultura lucana.
Citazioni famose
“Ho lasciato il mio cuor tra Sciaura e Maglia, nel dolce piccoletto mio paese, tra i colti irrigui e l’aspra sua boscaglia, tra la sua gente ruvida e cortese”.Cit. Niccolò Ramagli inLucania, libro I, Canti del maglia, 1964.
Apparizioni cinematografiche
Sarconi è presente in alcune sequenze del film “Basilicata coast to coast’(2010), diretto dal regista lucano Rocco Papaleo, in cui i protagonisti, che condividono la passione per la musica, si incontrano e decidono di attraversare la Basilicata a piedi, muniti solo dei propri strumenti musicali. In particolare, il Mulino ad acqua sul fiume Maglia è stato ripreso, con particolari effetti scenografici, in alcune sequenze del film.
Cenni Storici Le informazioni circa l'etimologia del nome riconducono a diverse ipotesi. Per lo storiografo Giacomo Racioppi il toponimo deriverebbe dal basso Latino “Sarculum” (luogo selvoso, ovvero luogo pieno di macchia e aperto a coltura). Poiché il suffisso –oni mal si conciliava con la spiegazione data dal Racioppi, si ritenne che la sua derivazione, più logicamente, fosse da ricondurre alla forma latina “Sarcus” (piccola marra, strumento agricolo per ripulire il campo) + l’accrescitivo –one. Altri lo fanno derivare (impropriamente) dal greco “sárx, sarkós” (carne, quindi carneficina ). Secondo quest’ultima ipotesi, qui sarebbero sepolti i caduti di una sanguinosa battaglia tra Romani e Cartaginesi avvenuta nel 215 a.C.
Si ritiene che Sarconi, prima ancora delle invasioni saracene, esistesse già come sobborgo dell'antica Grumentum. L'ipotesi di tale legame tra i due centri della Val D’Agri si ricollegherebbe ai resti di un acquedotto che in passato li congiungeva, oltre alla presenza di numerose ville, in località Camarelle, proprio dove si sviluppò il primo nucleo di Sarconi.
In verità i reperti di località “Camarelle”, “Cesina” e “Santa Barbara”, dimostrano solo che ivi, come altrove, erano state costruite delle Ville rusticae che gravitavano nell’orbita della colonia romana.
Solo dopo la distruzione di Grumentum, nella prima località su citata, sorse un Pago che in epoca medioevale si ampliò. Il toponimo Camarelle, primitivo sito dell’antico centro abitato, farebbe supporre l’insediamento, intorno al VI sec. d.C., di una Comunità monastica di rito greco (Kàmara=cella per monaci).
Infeudato dai Normanni, fu concesso in epoca angioina (1267) in suffeudo dai Sanseverino a Baldovino del Vasto che costruì, nei pressi del torrente Maglia, un castello di cui resta qualche traccia. Tomasia, figlia di Baldovino, portò in dote ad Adamo Fourier, Vice Maresciallo del Regno, i Feudi di Saponaria e Sarconi.
Nel 1282 Sarconi venne assegnato a Gilberto di Fasanella. Passato ai Sanseverino di Marsico dopo il 1318, venne ad essi confiscato dopo la congiura dei Baroni. Restituito loro nel 1496 da Re Ferdinando D’Aragona, venne venduto nel 1524, insieme a Moliterno e San Chirico Raparo, ai Principi Carafa di Stigliano.
Nel 1686, il Feudo venne ceduto a Fabrizio Pignatelli, Principe di Marsiconuovo. Agli inizi del ‘700 Sarconi contava 3200 abitanti e, secondo un viaggiatore dell’epoca, un’agricoltura fiorente. La tranquillità e l’anonimato che hanno contraddistinto le vicende storiche del centro della piana del Maglia furono spazzati via dai fatti del 1806. In quell’anno, per opera del sindaco Nicola Lattaro, Sarconi diviene la capitale della resistenza antifrancese in Val d’Agri; la repressione dei francesi fu spietata.
Nel 1860 molti abitanti aderirono ai moti risorgimentali, issarono il vessillo carbonaro e infine combatterono con Garibaldi. Della colonna degli insorti che, nell’Agosto del 1860, raggiunsero Potenza, fecero parte Ramagli Nicola, Loponte Ciro ed altri quattro sarconesi.
Nel 1883, la costituzione del Consorzio d’irrigazione portò rilevanti benefici all’agricoltura, fino ad allora stretta fra l'esigenza di un razionale uso delle acque e il problema che esse costituivano, come causa di malaria.
Dopo la caduta del Fascismo ottenne l’autonomia amministrativa da Moliterno con Decreto del 1946, conferendo a Sarconi il titolo del comune più giovane del comprensorio.