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BENVENUTO A VENAFRO, "CITTA' DELLE 33 CHIESE", FAMOSA ANCHE PER IL SUO OLIO FRUTTATO DOP, IL PREFERITO DEI ROMANI!
Venafro è un borgo molisano che sorge ai piedi del Monte Santa Croce ed è attraversato dal fiume Volturno. Il paesaggio nel quale è immerso è quello delle spettacolari catene montuose del Matese e delle Mainarde.... Il borgo è uno dei centri principali della Regione.
Storicamente si sa che l'antica Venafrum venne conquistata da Annibale durante le guerre puniche, e che la sua importanza era dovuta alla sua posizione geografica strategica, essendo un naturale passaggio di andata e ritorno dal Tirreno all'Adriatico.
Giungendo nel paese, in posizione dominante noterete il Castello Pandone, fiore all'occhiello di Venafro, risalente al X secolo e trasformato in residenza signorile nel Cinquecento, sotto il Conte Enrico Pandone. Il Castello rappresenta un unicum in Italia per una particolarità voluta dal Conte, educato fin dall'infanzia all'arte della cavalleria: tutte le sale sono affrescate con splendidi ritratti dei suoi cavalli a grandezza naturale! Delle 25 opere originarie oggi potrete ammirarne 9, per via delle modifiche apportate al castello dalle famiglie che lo abitarono successivamente. Nell'altra ala del Castello, sede del Museo Nazionale del Molise, potrete compiere un viaggio nell’arte pittorica, lungo dal Medioevo fino al Barocco, a testimonianza dei vari orientamenti culturali di artisti e committenti del Molise nei diversi momenti storici. Tra i capolavori più preziosi, un polittico con scene della Passione di Cristo proveniente da una bottega inglese di Nottingham.
Altro interessante museo da non perdere è il Museo storico-militare WinterLine, dedicato alla linea invernale “Bernhardt-Reinhard”, una fortificazione difensiva tedesca risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Al tempo, Venafro venne confusa per Cassino dagli americani e rasa al suolo. Di questo tragico errore il Museo custodisce alcuni reperti appartenenti ad una collezione privata: fotografie d’epoca, cimeli militari, oggetti di vita quotidiana. Tra questi, un reperto molto raro: un caricatore di mitragliatrice Johnson LMG 41, ritrovato in ottime condizioni sui monti che circondano Venafro.
La numerosa presenza di chiese su questo territorio, è valsa a Venafro l'appellativo di "Città delle 33 chiese".Tra i tantiedifici di epoche diverse, disseminati nel centro e nella zona subalpina, all'ingresso est del borgo troverete la Basilica dei Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria, una delle più antiche costruzioni medievali del luogo, avente il titolo di basilica in quanto dimora dei resti del santo. Si narra che ogni anno, dal suo sarcofago, fuoriesca del liquido miracoloso noto come "manna di San Nicandro". Il 17 giugno nel borgo si celebra la sentitissima festa patronale in onore dei Santi Nicandro, Marciano e Daria, che attira fedeli da tutto il Molise e anche dalla Puglia.
Venafro è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il prodotto più noto di Venafro è senz’altro l’olio, molto ricercato già nel mondo antico. Pare infatti che il migliore olio del mondo romano provenisse proprio da questo borgo molisano! Tante sono le citazioni degli autori antichi a riguardo, che testimoniano quanto il suo profumo avesse conquistato le tavole di imperatori, senatori, ricchi mercanti e aristocratici, e non fosse invece riservato ai meno abbienti. Un olio perfetto anche per la produzione di unguenti e oli. Secondo la tradizione, l’olivo giunse a Venafro nel IV secolo a.C. da una cultivar, l’attuale Aurina, particolarmente adatta al clima rigido dell’area e chiamata "Licinia" dai Romani, in onore di colui che ebbe l'idea.
L’olio extravergine molisano ha ottenuto il riconoscimento DOP nel 2003, e vanta nel suo patrimonio genetico ben 18 cultivar autoctone.
A poca distanza da Venafro sorge il Parco Regionale dell’Olivo, la prima area protetta dedicata all'olivo. Il territorio del Parco è stato inserito nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici.
Nel 1860, Vittorio Emanuele II, durante un viaggio che lo avrebbe condotto all'incontro con Giuseppe Garibaldi, sostò a Venafro.
Nel pieno centro urbano di Venafro vi sono i resti di una vera rarità: l'anfiteatro romano del Verlascio, di cui si riesce ancora a scorgere la pianta ellittica. Pare che le gradinate potessero ospitare fino a 15.000 spettatori. Successivamente l'anfiteatro è stato trasformato in tante piccole stalle e più tardi ancora è divenuto il luogo di una caratteristica "corsa dei ciucci" durante la festa patronale. Questo monumento rappresenta - insieme al Parlascio di Lucca - un monumento unico nel suo genere in Italia.
Citazioni famose
L’olio che vedi l’ha tirato fuori la bacca di Venafro campana: tutti gli unguenti che usi hanno il suo stesso profumo.Cit. Marziale, Epigrammi, XIII, 101
Apparizioni cinematografiche
Alcune scene del film "La Legge è legge" (1958),di C. Jaque, con Totò e Fernandel, sono state girate a Venafro.
Il film "I magi randagi" (1996), di S. Citti, con Silvio Orlando, è stato girato tra Venafro, Rocchetta e Sesto Campano.