La
festa di Sant’Antonio Abate si celebra il 17 gennaio di ogni anno.
Vengono accesi vari falò nei vari rioni. e sulle braci ardenti vengono cotte varie leccornie, migliazza (con e senza “frittele”), salsicce, costate e pancetta
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La Pro Loco è stata impegnata non solo nel diffondere e promuovere questa nostra tradizione ma anche nel creare un falò in Piazza, accogliendo chiunque passi per vivere insieme la magia de "Lu Fuoc dë Sand’Anduonö".
Curiosità
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Come in molte comunità, anche qui a Sant’Andrea la festa di Sant’Antonio Abate segna l’inizio del Carnevale. Ce lo ricordano in detti noti: “Si nu buone Carnuale vuoi fa, da Sand’Anduonö aja accummenzà” e “Sand’Anduonö mašcherë e ssuon”.
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Le origini dei falò, ossia de "Lu fuoch' d' Sant’Anduonö", risalgono a quando la peste che scoppiò nel 1656 fece nel Mezzogiorno (e non solo), migliaia e migliaia di vittime. Ad esempio, la popolazione di Avellino si ridusse da 10000 a 2500 abitanti. In quell’occasione l’accensione dei falò servì, prima di tutto, a debellare l’epidemia ed evitare il propagarsi dell’infezione ma anche a chiedere, in extremis, l’aiuto sacro di Sant’Antonio Abate. Da allora si è tramandato nei secoli prendendo anche altri significati…
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