Facciamo uso di cookie per assicurarci che ilborghista.it funzioni meglio per te. Utilizzando il nostro sito, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi di più
BENVENUTI AD ABBASANTA, IL BORGO DEL CASIZOLU E DEL SUGHERO!
Abbasanta è un borgo sardo della provincia di Oristano di 2.561 abitanti. Sorge sull’altopiano omonimo, situato nella valle attraversata dal fiume Tirso, nella regione storica del Barigadu-Guilcer, e comprende le frazioni di Sant'Agostino e di Tanca Regia ....
Il territorio, circondato da boschi di querce da sughero e ricco di sorgenti d’acqua, si trova nel cuore della Sardegna, in un’area caratterizzata dalla presenza di numerosi siti archeologici che conservano intatte notevoli tracce della storia passata a partire dal Neolitico, come le caratteristiche costruzioni nuragiche, dolmen, pozzi sacri e tombe di giganti, rinvenuti nelle campagne intorno ad Abbasanta.
Tra questi meritano sicuramente una visita il Nuraghe Zuras, databile tra il XIV e il XII secolo a.C. e noto per la precisione nella realizzazione, e il Nuraghe Losa, situato su un’altura rocciosa e risalente alla media Età del Bronzo, che con un mastio del 4000-2000 a.C., un bastione e la cinta muraria del 2000-1000 a.C., rappresenta una delle più affascinanti e meglio conservate architetture storiche dell'isola.
Da non perdere è il centro storico di Abbasanta, dove potrete vedere le antiche case costruite in pietra vulcanica scura locale e la Chiesa parrocchiale di Santa Caterina d'Alessandria, costruita nell’Ottocento in stile rinascimentale al posto di una preesistente cappella cinquecentesca in stile gotico-catalano, a sua volta posta sopra le rovine di un nuraghe. Di fronte alla chiesa, di notevole interesse è la casa padronale del XVI secolo che presenta un loggiato di origine gotico-aragonese ed è oggi sede del Museo Etnografico.
Avventurandovi tra le stradine del borgo, potrete incontrare anche le chiese di Sant'Amada (o di Santa Dorotea), edificata nel Cinquecento in stile gotico-aragonese con una facciata a capanna con due spioventi asimmetrici, e di Sant’Antonio Abate, risalente al Seicento, costruita in pietra basaltica lasciata a vista e affiancata da un piccolo campanile a vela.
Potrete, poi, immergervi nella natura abbasantese, andando alla scoperta della sorgente Bonorchis nella frazione di Tanca Regia, vicino cui sorgono aree funerarie di origine preistorica – come la Domus de Janas e la Tomba di Giganti in località Su Pranu – e potrete organizzare picnic e fare lunghe passeggiate nel Parco di Sant’Agostino, dove, tra sugherelle secolari, narcisi e roverelle, troverete anche una cappella campestre di epoca bizantina dedicata al Santo e un piccolo villaggio di muristenes, dei piccoli alloggi abitati dai fedeli in occasione della festa in onore di Sant’Agostino.
Il borgo di Abbasanta è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il nomeAbbasanta in italiano significa letteralmente “acqua santa” e deriva dalla convinzione che le acque del territorio avessero poteri curativi. In epoca romana il borgo era noto come “Ad Medias Acquas”, in quanto collocato tra due torrenti, sostituito poi da “Aba Sancta”, citato per la prima volta nel XII secolo.
Nel borgo si parla il logudorese centrale o comune, una variante del sardo, anche se con lievi differenze rispetto alla parlata tipica logudorese. Gli abitanti sono detti “abbasantesi” in italiano e “abbasantesos” in sardo.
Lo stemma del Comune, modificato con una delibera comunale nel 2018, è costituito da una quercia da sughero e dal Nuraghe Losa in pietra nera.
Abbasanta è presidio slow food per il casizolu, il tipico formaggio vaccino, e produce anche sughero e vini raffinati come il Cannonau, il Monica e il Vermentino DOC.