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Melfi (PZ)

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Foto Melfi (PZ)
BENVENUTO A MELFI, IL BORGO DELLE COSTITUZIONI FEDERICIANE! 

Melfi è un borgo lucano della provincia di Potenza, che sorge a 530 metri s.l.m., alle pendici del Monte Vulture, un vulcano spento sin dall'era protostorica. Il suo territorio, al confine con Campania e Puglia, comprende ben quattordici frazioni

Il centro storico ... . Melfi è nota per essere stata la prima capitale del Regno Normanno nel Sud Italia, e per aver ospitato Federico II di Svevia prima - che qui promulgò le Costituzioni di Melfi, il codice legislativo del Regno di Sicilia -, e Andrea Doria poi. Il centro storico mantiene inalterato l'antico aspetto medievale, con le vecchie case costruite vicine e collegate da ripide stradine. Molti gli eleganti palazzi signorili, come il medievale Palazzo Araneo, un tempo sede del tribunale, e il Palazzo del Vescovado (XI secolo), con all'interno la Pinacoteca che custodisce i dipinti di Francesco da Tolentino e Cristiano Danona, e il Museo Diocesano con la biblioteca vescovile. 

Il Castello. Appena arrivati nel borgo, sarete accolti dall’imponente Castello normanno-svevo, edificato nell’XI secolo dai Normanni e ampliato da Federico II, che ospita nelle proprie sale il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, dove potrete vedere interessanti reperti archeologici rinvenuti nell’area del Vulture Melfese. Non potrete fare a meno di notare l’antica cinta muraria di epoca normanna, che si estende per oltre quattro chilometri, con gli imponenti torrioni di avvistamento e le sei porte cittadine.  

Porta Venosina. Terremoti e altri avvenimenti hanno distrutto le porte di accesso al borgo, delle quali oggi rimane in buone condizioni solo la Porta Venosina, l’unica originale, su cui sono posti lo stemma di Melfi e quello dei Caracciolo che restaurarono le mura sul finire del Quattrocento.

Le chiese. Le vie del borgo sono ricche di tesori sacri, dal grande valore artistico. Numerose le chiese, soprattutto rupestri, come quelle di Santa Margherita e di Santa Lucia, risalenti al Duecento e scavate nel tufo, che conservano ancora bellissimi affreschi; o la suggestiva Chiesa dello Spirito Santo, interamente ricavata nella roccia. Meritano una visita, oltre alla Cattedrale di Santa Maria Assunta in stile svevo, bizantino e gotico, con un soffitto a cassettoni in oro zecchino e diverse tele pregiate, anche la Chiesa medievale di San Teodoro, dove potrete ammirare un antico Crocifisso in legno e una statua della Madonna Desolata. L'architettura più antica di Melfi è la Chiesa di San Lorenzo, risalente al 1120, un tempo parte dell'Abbazia di Sant'Ippolito di Monticchio Laghi. 

La Natura. Lambita dalle acque del fiume Ofanto e attorniata dai fitti boschi situati sui fianchi del vulcano, Melfi possiede un patrimonio naturalistico di grande interesse, che richiama ogni anno migliaia di amanti della natura. Qui, immersi tra i colori e i profumi inebrianti della rigogliosa vegetazione, avrete la possibilità di vivere momenti indimenticabili sui tanti sentieri da esplorare a piedi, a cavallo, in moto, in mountain bike, o, nel periodo invernale, anche con le ciaspole. 

Bosco Laviano. Percorrendo le vecchie mulattiere che si inerpicano dolcemente sul monte, potrete ammirare man mano che si sale un panorama sempre più incantevole. Passando per i dorati campi di grano, potrete spingervi fino al Bosco Laviano, dominato da uliveti, vigneti, castagneti e vari alberi da frutto.

I Laghi vulcanici di Monticchio. Sempre camminando lungo le vecchie mulattiere, potrete recarvi ai due Laghi Vulcanici di Monticchio, uno più grande e l’altro più piccolo e Riserva Regionale. I due Laghi circondati da boschi di querce e faggi secolari, offrono riparo a usignoli, picchi, rapaci e volpi, e sono calati in un paesaggio quasi fiabesco che nasconde incantevoli sorgenti, grotte e anfratti, dove trovarono rifugio i briganti lucani nel lontano Ottocento.

Il borgo di Melfi è questo e molto altro ancora... 

Curiosità

  • Melfi è un centro industriale particolarmente florido e ospita diverse imprese. Il polo di San Nicola, creato nei primi anni Novanta, è conosciuto per uno stabilimento automobilistico della multinazionale Stellantis, in passato appartenuto al gruppo FIAT. Altro importante stabilimento situato nella frazione di San Nicola è quello della Barilla, sorto nel 1994, che produce i tre principali prodotti della linea Mulino Bianco: fette biscottate, biscotti e merendine. Melfi ospita anche la sede dell'azienda di acque minerali Gaudianello, al quarto posto in Italia nel settore delle acque effervescenti naturali. 

  • Originario di Melfi era Francesco Saverio Nitti, Presidente del Consiglio e Ministro, nonché uno dei principali fautori del meridionalismo. 

  • Nel borgo viene parlato un dialetto che presenta notevoli influenze della lingua francese e spagnola, con alcuni elementi greci e albanesi. Alcune parole sono molto simili ai termini francesi e spagnoli: ad esempio, sedia e nebbia in melfitano sono dette "segge" e "neglie", che rimandano alle francesi "siège" e "neige", mentre la parola "abbuscà", che significa “guadagnare" oppure “essere picchiati” in base al contesto, deriva dal termine spagnolo "buscar". Sono presenti anche alcune affinità con la lingua latina: per esempio, il termine melfitano "cràje", che significa "domani", deriva dalla parola latina "cras".

  • Melfi ha una propria emittente radiofonica di carattere religioso, Radio Kolbe Melfi, fondata nel 1990 e situata presso il Convento di Sant’Antonio, che è di proprietà dei Frati Minori conventuali di Napoli. 

  • Il borgo vanta anche una propria banda musicale, l’Associazione Musicale Città di Melfi, attiva già alla fine del XIX secolo e attualmente sempre presente negli eventi civili, religiosi, patriottici, folcloristici e sociali del paese. 

  • Tra i piatti tipici della cucina melfitana spiccano la maccuarnàr, pasta fresca preparata a mano e condita con sugo di coniglio o maiale; le lagane e noci, pasta simile alle tagliatelle servite con pomodoro e peperoncino; il pancotto, che nella versione locale è condito con aglio, rape e peperoni cruschi; u' cunzaridd, un contorno a base di pomodori gialli, peperoni cruschi, acciughe e sponsali; e, tra i dolci, i cauzuncidd, piccoli ravioli cotti al forno, ripieni di ceci, castagne, mandorle e cioccolato fondente, spesso accompagnati con del vincotto. 

  • Il territorio di Melfi è ricco di campi di grano, vigneti, oliveti e grandi castagneti. Tra i prodotti locali, vere e proprie eccellenze sono il Vino Rosso Aglianico del Vulture DOC, l'Olio d'Oliva del Vulture DOP, ottenuto dalla varietà di olive “Ogliarola del Vulture” cresciute su suolo vulcanico, e il marroncino, un tipo di castagna dalla polpa croccante, particolarmente ricercata per la preparazione del marron glacé. 

  • Melfi ospita diverse società sportive: l'A.S. Melfi, società calcistica che disputa il campionato di Eccellenza Basilicata, e l'A.S.D. Sport Melfi 1983, che milita nel campionato di Prima Categoria; la Normanna Basket Melfi, che milita in Promozione; e la società di pallavolo che ha visto la squadra femminile Audax Roselli arrivare fino in Serie A2. 

Apparizioni cinematografiche

  • I soleggiati paesaggi di Melfi sono stati scelti come set cinematografico per le riprese di numerosi film: “Io non ho paura”, film di Gabriele Salvatores, uscito nelle sale nel 2003 e vincitore del David di Donatello come miglior fotografia; “Sexum superando - Isabella Morra” che ha debuttato nel 2005 per la regia di Marta Bifano, con alcune scene girate nel Castello di Melfi; il film documentario “Il mio paese” di Daniele Vicari, uscito nel 2006; “Vultour, Le tracce del sacro-territorio e identità” di Fulvio Wetzl del 2008; il film “Hai paura del buio” diretto da Massimo Coppola nel 2010; “Un giorno della vita” di Giuseppe Papasso, uscito nel 2011; la commedia “Wine to love” di Domenico Fortunato del 2018; e il film “Moschettieri del re - La penultima missione” di Giovanni Veronesi, proiettato nel 2018

  • A Melfi sono state girate anche diverse scene di alcune miniserie televisive firmate Rai, come “L'eredità della priora” di Anton Giulio Majano del 1980 e “Il generale dei briganti” di Paolo Poeti, andato in onda nel 2012

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