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Toro è un borgo molisano di circa 1.350 abitanti, coricato su un costone di tufo a 580 m sul livello del mare. Il suo abitato si affaccia sulla fertile Valle del torrente Tappino, affluente del Fortore, valle che grazie alla sua posizione prominente è possibile osservare da tutti i borghi circostanti ....
Il borgo di Toro è attorniato da uno spettacolare anfiteatro naturale, un paesaggio unico rispetto agli altri centri del sud-est del Molise, in grado di regalare incredibili panorami. Sulla sua cima sorge l'imponente Chiesa madre del Santissimo Salvatore, di origine medioevale ma riedificata in stile neobarocco a seguito del terremoto del 1805. Una scalinata in pietra monumentale, a due rampe semicircolari, conduce al suo interno, dove sono conservate eccelse reliquie come il braccio del Santo Patrono San Mercurio, rilevanti sculture, due capitelli medioevali e un fonte battesimale ricavato da una stele funeraria in pietra, con iscrizione romana del III secolo. Il campanile e l'abside della Chiesa si elevano sul Barbacane, un potente torrione, simbolo distintivo di Toro.
Fin dall'antichità, la comunità torese ha uno stretto legame con le istituzioni religiose, come attesta la prima testimonianza dell'esistenza dell'abitato: una pergamena medioevale custodita nell'archivio storico della chiesa di Santa Sofia di Benevento, presso il Museo del Sannio, che sancisce dinanzi ad un notaio la donazione di Toro all'allora abbazia di Santa Sofia. Toro era dunque un feudo ecclesiastico, e ne consegue che gli edifici religiosi fossero ricchi e imponenti. Tra questi, il più importante di tutti è il Convento di Santa Maria di Loreto, realizzato nel1592. Al suo interno conserva pregevoli opere del Settecento, tra le quali degna di nota è la maestosa tela della Madonna di Loreto, donata da Papa Benedetto XIII, assiduo frequentatore del Convento quando era Cardinale, dove aveva la sua"prediletta stanza". Splendide le diciannove lunette del Chiostro, affrescate in omaggio al Papa dal pittore Bartolomeo Mastropietro da Cercemaggiore, con scene di martiri, santi e miracoli francescani.
Il più piccolo edificio religioso è la Cappella di San Rocco, situatafuori dalle mura dell'abitato, edificata tra '500 e '600. Nel 1985, questa chiesetta fu al centro della cronaca italiana per un presunto miracolo che richiamò migliaia di visitatori da tutta Italia: l'immagine miracolosa dell'Ecce homo sulla nicchia di San Rocco.
Il borgo di Toro è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il Comune di Toro fa parte dei "Borghi della Lettura" con il progetto TEXture. Chiunque giunga nel borgo, può leggere gratuitamente nei bar una collezione di oltre 500 fumetti di Tex Willer, dagli anni Sessanta fino agli anni 2000.
Il suo nome deriverebbe dal latino torum, che indicherebbe lo sperone aguzzo sul quale sorge.
Fino al Cinquecento, Toro era il decimo Comune più abitato tra i Comuni molisani, con una densità demografica seconda di poco soltanto a quella di Campobasso.
A parte via Marconi (nell'uso popolare via del Barbacane) e Piazza della Chiesa, le altre vie e "rue" del centro storico sono talmente strette da essere percorribili soltanto a piedi; una singolarità che rende il borgo particolarmente suggestivo. La più caratteristica e angusta di tutte è "Rua della Scimmia".
Nel borgo vi sono numerose cantine scavate nella roccia arenaria per preservare le caratteristiche degli ottimi prodotti locali.
Il terremoto del 26 luglio 1805, noto come "terremoto di Sant’Anna",rase quasi completamente al suolo il paese di Toro: dei circa 3.000 abitanti ne morirono quasi 300.
Toro è stato colpito anche dal sisma del 2002 che, sebbene non abbia registrato vittime, ha causato danni notevoli: chiesa madre, municipio e scuole inagibili, tre bar su quattro chiusi, così come un negozio di elettrodomestici, un negozio di alimentari, un tabacchino e un'edicola. Circa 70 toresi sono rimasti senza dimora.
Il territorio di Toro è attraversato dal tratturo Castel di Sangro-Lucera, accanto al torrente Tappino, una via millenaria che si estende dall'Appennino abruzzese al Tavoliere delle Puglie, utilizzata per i commerci, i pellegrinaggi e la transumanza di bovini e ovini.
Nel 2021, la Tintilia del Molise Doc "Primaclasse", annata 2018, della cantina "Herero", è salita sul podio dei campionati mondiali riservati alle viticolture estreme "che si caratterizzano per la presenza di difficoltà oggettive e permanenti nella coltivazione, di fatto faticosa ed eroica". Un prestigioso riconoscimento, ricevuto a pochi mesi di distanza dalla medaglia d'oro al "Challenge International du Vin", che si è tenuto a Bourg, nella famosa regione vinicola francese di Bordeaux.
Originario di Toro è Antonio Pecci Filho, in arte Toquinho, un chitarrista e cantante brasiliano che ha inciso 16 album con Vinícius de Moraes ed altri dischi collaborando in particolare con Ornella Vanoni (La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria - 1976). In Italia divenne popolarissimo nel 1969, quando suonò nel disco "La vita, amico, è l'arte dell'incontro", realizzato da Sergio Endrigo, Vinícius de Moraes e Giuseppe Ungaretti; l'anno seguente collaborò con Ennio Morricone nella realizzazione del disco "Per un pugno di samba" di Chico Buarque de Hollanda. Nel 1983 ebbe successo con l'album "Acquarello", scritto insieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra. Nel 1990 partecipò al Festival di Sanremo cantando in portoghese la canzone di Paola Turci: "Ringrazio Dio". È stato anche protagonista di due tournée con Fred Bongusto, nel 1993 in Italia e nel 1996 in Brasile; nel 2003 il tour con Grazia Di Michele. A Toro, ogni anno, si organizza il Toquinho Toro Festival,patrocinato nel 2010 dal Ministero per i Beni Culturali e dall'Ambasciata del Brasile a Roma.
In passato, venne prodotta una cartolina del borgo umbro di Monteleone di Spoleto (PG), raffigurante erroneamente il panorama di Toro.